Ultimamente faccio delle cose strane….. mi metto le calze, mi asciugo i capelli col phon, snobbo una festa raggae in spiaggia per una “cena all’ indiana” con mia figlia, mi siedo ad ascoltare i rumori della natura o un meraviglioso niente… la vecchia incalza?!?
E’ cosi’ che desidero iniziare questa nuova avventura del blog, quest’ultima frontiera della comunicazione. Ultima per me, s’intende. Dopo questo blog qualunque cosa, dall’ mp5 allo spremiagrumi intelligente, mi sembrera’ intellettualmente irraggiungibile, pura fantascienza.
Comincero’ ad assumere quell’attitudine alla chiusura, quel rifiuto, quell’espressione vacua, incerta tra il disinteresse ed il buio cosmico che ricordo aveva mia nonna mentre, dodicenne, tentavo di spiegarle il funzionamento del video registratore beta… ma l’assurdo e’ che mi piace invecchiare!!
Non conosco il calendario cinese ma il 2009 credo riguardi, chesso’, l’anno del cytomegalovirus.
Gia’ sul finire del 2008 s’intravedevano alcuni nuvoloni grigi, tanto per metterla sul meteorologico. Ma e’ solo nel corso di questi mesi che la natura si sta scatenando con tutta la sua furiosa tempesta, con la sua potenza. Anno di rara precarieta’.
Ascolto storie, leggo, m’informo nel limite del mio possibile dall’ombelico di questo piccolo mondo, ancora difficile da decifrare.
Personaggi entrano ed escono di scena come in una piéce teatrale. Ed ognuno di loro lascia un segno, un’intuizione. Un insegnamento che sento appartenere ad un piu’ ampio disegno, di cui ancora non scorgo le fila ma intravedo forza, logica e naturale essenza.
La nostra casa; la casa gialla, la casa delle amache e delle sedie di vimini, la casa dei racconti come indiscussa protagonista. La casa di Caju’ come terreno comune di queste mille e piu’ storie che s’incrociano e srotolano in un’armonia per noi speciale.
In quasi tre anni abbiamo avuto il privilegio di ospitare famiglie, amici, visitatori di passaggio, favelados, viaggiatori incalliti, boyscout, manager in viaggio d’affari, stranieri, donne sole, scappati di casa, neo papa’, nativi, rapinatori, politici, indios, artigiani, rastafari, musicisti, giovani in anno sabbatico, scienziati, trapezzisti, bambini (quanti bambini). Figure umane di rara bellezza, figure che a raccontarle non sembra possibile; l’elenco sarebbe ancora lungo ma doveroso poiche’ attraverso le loro storie prendon forma le nostre vicende umane, le nostre vite.
La riflessione comune che ognuna ci ha lasciato e’ qualcosa di semplice, quindi illuminante.
Ora, non credo di star delirando ma siamo giunti ineluttabilmente nell’era della planetaria inversione di tendenza. Siamo in una fase d'emergenza umana senza precedenti nella storia della nostra evoluzione.
Siamo costretti a farlo di corsa, a denti stretti, sperando che non sia troppo tardi. Occorre che ognuno di noi modifichi la propria quotidianità. Trovando lo spazio necessario per adempiere un compito divenuto inderogabile.
La nostra vita deve essere permeata da azioni che riteniamo un po’ al di sopra della gentile propensione verso il prossimo. Qualcosa di leggermente superiore al comune senso d’educazione e rispetto.
Non sto pensando ad una civile convivenza ma ad una collettiva partecipazione.
Non dobbiamo unicamente occuparci dei nostri figli, dei nostri lavori, delle nostre amicizie. Si tratta di tendere la mano un po’ piu’ in la’. Occorre preoccuparci dei figli degli altri, dei lavori degli altri, delle amicizie e delle vite altrui.
Non penso solo alla beneficenza, non parlo della politica delle briciole.
Non occorre esagerare (questa e' una mia dote), non occorre raggiungere mete lontane. Dobbiamo partire dalla base delle nostre relazioni sociali ed umane.
Parlo dei volti che vediamo la mattina sul tram, di quelli che incrociamo al supermercato. Dei vicini stronzi, i suoceri molesti, quelli che non ti caricheresti mai, quelli che veramente non hanno nulla da condividere col tuo mondo.
Lo zarro del centro commerciale, il destroide veneto col macchinone ed i modi pacchiani. L’impiegato delle poste che non ti guarda in faccia (poverone, ci avete mai lavorato alle poste? Non deve essere esattamente la Pixar), il capo che ti guarda le tette, Miss California che parla male dei gay, la vecchia del quinto piano, il leghista urlatore, il qualunquista, il vigliacco ….. gli altri, insomma. Faticoso, spesso demotivante, parecchio stressante, mi rendo conto.
Ma questa mi sembra l’unica alternativa sostenibile.
Ed ora tocca a me: sto conducendo la mia personale battaglia che amo piu' definire una rivoluzione umana (!!) e mi accorgo con incredulo sdegno di quanto la mia visione liberal sia profondamente viziata da preconcetti, forme di razzismo, pregiudizi. E di come essi riescano ad alimentarsi in cerca di terreni sicuri, dimore certe, cammini protetti….
Cerco di spezzare le mie ipocrisie, di autosabotare il mio bel pensare, contemplando con profonda umanita’ le mie piu’ vive contraddizioni. Ed e’ li che sento di esserci vicina….. trovare un momento per quegli altri, avvicinarsi.
Niente di nuovo, s'intende. E' finita l’era del nostro orticello.
“La liberta’ non e’ stare sopra un albero, non e’ neanche avere un’opinione, la liberta’ non e’ uno spazio libero, liberta’ e’ partecipazione...”
“Lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente.”
ECCOTI! LA BA CHE VOLEVO! FINALMENTE! BEN RITROVATA!
RispondiEliminaT
Sorpresa , piacevole sorpresa, non ti conoscevo sotto questo aspetto e devo dire che mi ha toccato il cuore......zia lella
RispondiEliminaGiulia I love you
RispondiEliminaClaudia
me lo dici sempre tu...ma questa volta e' il mio turno a dire che mi stupisci sempre....sono orgoglioso e innamorato follemente di te....
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