di Eugenio Benetazzo
In
questi ultimi tre anni ho avuto il privilegio di poter visitare tutte
le regioni italiane, tranne ancora la Sardegna, di conoscere con
approfondimento le problematiche e le peculiarità legate al territorio,
di confrontarmi con forze sociali ed organizzazioni produttive, di
ricevere un determinato feedback da studenti universitari, pensionati,
lavoratori occasionali, di essere invitato in qualità di relatore da
enti locali ed istituti scolastici superiori, così facendo ho cumulato
un bagaglio di proposte, di modifiche, di migliorie, di cambiamenti da
attuare nel nostro paese sulla base delle aspettative e desideri di
milioni di italiani.
Molti lettori che mi seguono attraverso il mio portale sulla rete o il mio canale di videoinformazione su YouTube mi hanno più volte invitato a redigere una sorta di formulario, di vademecum, di proposta non politica ma di politica economica volta al rilancio del nostro paese e di quelle potenzialità ancora inespresse per ragioni che abbiamo affrontato fino a prima. Studiando in profondità il modello economico di altri paesi e i loro punti di forza, ho sviluppato quello che ho definito il "Manifesto Economico per l'Italia" ovvero un programma di interventi di portata economica rilevante con lo scopo di dare al nostro paese quella marcia in più che dovrebbe avere.
Non si tratta di un programma politico che necessiterebbe di maggior approfondimento e di soluzioni per determinate aree strategiche del paese (energia, previdenza, sanità, immigrazione, giustizia, trasporti, difesa), ma di un insieme di riforme sul piano economico facilmente e velocemente implementabili da qualsiasi forza di governo con lo scopo di generare sia nuove voci di entrata sia di contenere il costo dell'amministrazione pubblica.
Molti lettori che mi seguono attraverso il mio portale sulla rete o il mio canale di videoinformazione su YouTube mi hanno più volte invitato a redigere una sorta di formulario, di vademecum, di proposta non politica ma di politica economica volta al rilancio del nostro paese e di quelle potenzialità ancora inespresse per ragioni che abbiamo affrontato fino a prima. Studiando in profondità il modello economico di altri paesi e i loro punti di forza, ho sviluppato quello che ho definito il "Manifesto Economico per l'Italia" ovvero un programma di interventi di portata economica rilevante con lo scopo di dare al nostro paese quella marcia in più che dovrebbe avere.
Non si tratta di un programma politico che necessiterebbe di maggior approfondimento e di soluzioni per determinate aree strategiche del paese (energia, previdenza, sanità, immigrazione, giustizia, trasporti, difesa), ma di un insieme di riforme sul piano economico facilmente e velocemente implementabili da qualsiasi forza di governo con lo scopo di generare sia nuove voci di entrata sia di contenere il costo dell'amministrazione pubblica.
Rappresentanza popolare: abbattimento coatto del 75 % degli emolumenti e compensi ad europarlamentari, parlamentari, consiglieri regionali e comunali; congelamento
ed abolizione delle pensioni di anzianità legislativa con effetto
retroattivo; dimezzamento del numero dei parlamentari, dei consiglieri
regionali e comunali (indennità corrisposte solo sulla effettiva
presenza nelle attività consiliari).
Accorpamento amministrativo:
i Comuni continueranno a mantenere la loro identità geografica, ma vi
sarà un unico apparato amministrativo, sindaco e giunta compresi, per
comprensori urbani con un bacino di 25.000 abitanti. Abolizione di tutte le province in qualità di enti amministrativi, fatta eccezione per le aree metropolitane.
Sovranità monetaria:
istituzione di Banca Stato Italia, ente pubblico interamente detenuto
dal Ministero del Tesoro, autorizzato dal Parlamento ad emettere moneta
in nome e per conto della popolazione italiana a fronte di esigenze e
finalità di natura socioeconomica o di investimenti infrastrutturali. Abbandono dell'euro,
con il ripristino della nuova lira italiana e conseguente definizione
di un sistema monetario a doppia circolazione valutaria. Tasso di sconto
ed offerta monetaria, entrambe variabili macroeconomiche stabilite
esclusivamente dal Ministero del Tesoro e dal Ministero delle Finanze in
accordo con le linee guida della Politica Sociale per il Paese.
Tassazione della prostituzione: istituzione di un'aliquota unica con regolamentazione della figura professionale e dei relativi obblighi ed adempimenti sia fiscali che sanitari.
Embargo commerciale: istituzione di dazi doganali di
sbarramento all’ingresso per i prodotti confezionati, assemblati e
realizzati al di fuori dell'Unione Europea, in particolar modo per
quelli alimentari.
Abolizione delle tariffe minime: per i liberi professionisti iscritti agli Albi Professionali.
Tassazione della Salute: istituzione della Tassa sulla Salute che colpisce inversamente il reddito dei contribuenti in rapporto a determinate abitudini alimentari e stili di vita (alcol, fumo, droga, abuso di grassi animali e vita sedentaria).
Nuova fiscalità diffusa: detrazione integrale dall'imponibile
di tutte le spese ordinarie e straordinarie riguardanti
l'amministrazione e la gestione della casa, la fruizione di un mezzo di
trasporto (auto e motocicli), oltre a qualsiasi prestazione medica
privata. Detassazione degli utili aziendali reinvestiti per
l'ammodernamento o l'ampliamento delle linee produttive e/o il
miglioramento delle competenze delle risorse umane.
Mutuo sociale:
istituzione del Mutuo Sociale per l’acquisto integrale della prima
casa. L’immobile che si è deciso di acquistare viene acquisito e diviene
proprietà dell’Istituto del Mutuo Sociale S.p.A. (holding immobiliare
integralmente a capitale pubblico). Le rate mensili vengono calcolate applicando un tasso fisso di cortesia
in relazione alla durata ed alla capacità di rimborso di ogni
contribuente. Al termine del periodo di ammortamento l’immobile viene
trasferito d’ufficio in proprietà al contribuente senza l’applicazione
di alcun onere o tassa.
No tax area:
individuazione e definizione delle no tax area (distretti industriali)
nelle seguenti regioni: Sicilia, Sardegna, Calabria, Campania, Puglia,
Basilicata, Molise con totale esenzione del pagamento di imposte dirette
per un arco di tempo di 25 anni ad aziende con insediamenti industriali
con più di 250 dipendenti assunti a tempo indeterminato.
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