La notte della Rete contro il bavaglio imposto dall’Agcom: appuntamento il 5 luglio a Roma. L'iniziativa promossa per protestare contro la delibera dell'Autorità garante per le Comunicazioni che, in presenza di violazioni del copyright, prevede l'oscuramento dei siti italiani e stranieri. L'evento sarà trasmesso in streaming da ilfattoquotidiano.it
Il popolo della Rete italiano non ci sta più ad accettare supinamente decisioni che passano sopra la sua testa. Il 5 luglio, a Roma, alla Domus Talenti, andrà in scena la “Notte della Rete”, una no-stop che coinvolgerà giornalisti, esperti, netizen, associazioni, esponenti politici contro quello che è stato definito “il bavaglio alla Rete”.
L’iniziativa vede come media-patner ilfattoquotidiano.it che manderà l’evento in streaming dalle 17:30 – il segnale sarà rimandato anche da un network di televisioni locali. Tra i presenti, Peter Gomez, Oliviero Beha, Pippo Civati, Antonio Di Pietro, Dario Fo, Alessandro Gilioli, Beppe Giulietti, Guilia Innocenzi, Gianfranco Mascia, Roberto Natale, Piotta, Franca Rame, Guido Scorza, Mario Staderini, Benedetto della Vedova. A questi molti altri artisti ed esponenti del mondo del giornalismo, della politica e del mondo di Internet, si stanno aggiungendo nelle ultime ore.
La mobilitazione è cominciata negli scorsi mesi quando Agorà Digitale e altre associazioni hanno denunciato, con l’iniziativa “sito non raggiungibile” i rischi di una delibera Agcom per la libertà della Rete. Con la delibera, l’autorità, in presenza di violazioni al copyright, si arroga il diritto di rimuovere contenuti da siti italiani, o inibire l’accesso ai siti stranieri, in modo arbitrario e senza passare da un giudice. Il provvedimento, pensato per “contrastare la pirateria”, rischia di portare alla “censura” di contenuti (per esempio video) che, pur violando il diritto d’autore, risultano ugualmente di pubblico interesse.
Un nuovo potere che si auto-assegna l’Agcom che ha chiaramente una valenza politica. Alla luce del fatto che il Parlamento non si è mai preannunciato sull’argomento e che l’Autorità per le comunicazioni è solo un organo amministrativo. Dopo che la protesta è cresciuta on e off line anche vari esponenti politici hanno espresso le loro perplessità: per Paolo Gentiloni del Pd, “l’allarme sulle conclusioni del lavoro di Agcom sul diritto d’autore è giustificato” e i suoi colleghi Vincenzo Vita e Vidmer Mercatali hanno chiesto un’audizione urgente in Senato del presidente dell’Authority Corrado Calabrò. Per Antonio Di Pietro “La tutela del diritto d’autore non autorizza alcuna censura”. Una posizione condivisa anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini: “La protezione del diritto d’autore è fondamentale per una società sempre più basata sulla conoscenza e sulla proprietà intellettuale, ma altrettanto lo è la tutela della piena libertà della Rete”.
Il gruppo di Hacker Anonymus, che si batte per libertà d’informazione, ha rivendicato negli scorsi giorni un attacco informatico al sito Agcom. Ma anche il portale “sito non raggiungibile” ha subito un attacco che ha causato numerosi problemi e, a detta dell’avvocato Fulvio Sarzana, si è rivelato un tentativo di raccogliere i dati di coloro che avevano sottoscritto una petizione contro la delibera (la petizione non era l’unica: una seconda raccolta di firme di Avaaz.org ha raccolto oltre 100mila adesioni).
Dopo le proteste e il montare della mobilitazione contro il bavaglio, l’Autorità ha fatto un piccolo passo indietro, facendo sapere che il 6 luglio, giorno in cui è prevista la discussione della delibera, “non ci sarà nessuna approvazione definitiva” e che il provvedimento “sarà sottoposto ad una discussione pubblica”.
“Agcom risponde a tutto fuorchè agli interessi dei cittadini, ed è abituata a prendere le sue decisioni nell’ombra e sicuramente non si aspettava una mobilitazione così veloce sul web”, attacca Giulia Innocenzi, tra le promotrici della Notte della Rete e coordinatrice italiana di Avaaz.org. “Fonti interne – spiega – ci hanno detto che il sei luglio si pensava di votare la delibera: il fatto che ora si parli di “iniziare una discussione” è sicuramente una prima vittoria del movimento, ma dobbiamo comunque tenere alta la guardia perché potrebbero solo prendere tempo e votarla questa estate mentre gli italiani sono a mare. Noi chiediamo che la delibera va accantonata e basta”.
Secondo gli attivisti non è un caso che questo ultimo tentativo di mettere il bavaglio alla Rete arrivi dopo le amministrative e il referendum dove Internet ha dimostrato tutta la sua capacità di coinvolgere le persone su questioni che li riguardano direttamente e informare i cittadini ormai stufi del “minzo-giornalismo”. “Il potere ha paura di Internet – conclude Innocenzi – e in tutto il mondo stanno cercando di metterle un bavaglio come quello passato in Spagna o la proposta in discussione in Francia che è già stata apripista a riguardo. Sta ai cittadini difendere questo strumento cruciale per il futuro della democrazia. E, su questo, in Italia stiamo dimostrando tutta la nostra forza e la nostra caparbietà. Di sicuro, non ci fermeremo né ci fermeranno”.
La mobilitazione è cominciata negli scorsi mesi quando Agorà Digitale e altre associazioni hanno denunciato, con l’iniziativa “sito non raggiungibile” i rischi di una delibera Agcom per la libertà della Rete. Con la delibera, l’autorità, in presenza di violazioni al copyright, si arroga il diritto di rimuovere contenuti da siti italiani, o inibire l’accesso ai siti stranieri, in modo arbitrario e senza passare da un giudice. Il provvedimento, pensato per “contrastare la pirateria”, rischia di portare alla “censura” di contenuti (per esempio video) che, pur violando il diritto d’autore, risultano ugualmente di pubblico interesse.
Un nuovo potere che si auto-assegna l’Agcom che ha chiaramente una valenza politica. Alla luce del fatto che il Parlamento non si è mai preannunciato sull’argomento e che l’Autorità per le comunicazioni è solo un organo amministrativo. Dopo che la protesta è cresciuta on e off line anche vari esponenti politici hanno espresso le loro perplessità: per Paolo Gentiloni del Pd, “l’allarme sulle conclusioni del lavoro di Agcom sul diritto d’autore è giustificato” e i suoi colleghi Vincenzo Vita e Vidmer Mercatali hanno chiesto un’audizione urgente in Senato del presidente dell’Authority Corrado Calabrò. Per Antonio Di Pietro “La tutela del diritto d’autore non autorizza alcuna censura”. Una posizione condivisa anche dal presidente della Camera Gianfranco Fini: “La protezione del diritto d’autore è fondamentale per una società sempre più basata sulla conoscenza e sulla proprietà intellettuale, ma altrettanto lo è la tutela della piena libertà della Rete”.
Il gruppo di Hacker Anonymus, che si batte per libertà d’informazione, ha rivendicato negli scorsi giorni un attacco informatico al sito Agcom. Ma anche il portale “sito non raggiungibile” ha subito un attacco che ha causato numerosi problemi e, a detta dell’avvocato Fulvio Sarzana, si è rivelato un tentativo di raccogliere i dati di coloro che avevano sottoscritto una petizione contro la delibera (la petizione non era l’unica: una seconda raccolta di firme di Avaaz.org ha raccolto oltre 100mila adesioni).
Dopo le proteste e il montare della mobilitazione contro il bavaglio, l’Autorità ha fatto un piccolo passo indietro, facendo sapere che il 6 luglio, giorno in cui è prevista la discussione della delibera, “non ci sarà nessuna approvazione definitiva” e che il provvedimento “sarà sottoposto ad una discussione pubblica”.
“Agcom risponde a tutto fuorchè agli interessi dei cittadini, ed è abituata a prendere le sue decisioni nell’ombra e sicuramente non si aspettava una mobilitazione così veloce sul web”, attacca Giulia Innocenzi, tra le promotrici della Notte della Rete e coordinatrice italiana di Avaaz.org. “Fonti interne – spiega – ci hanno detto che il sei luglio si pensava di votare la delibera: il fatto che ora si parli di “iniziare una discussione” è sicuramente una prima vittoria del movimento, ma dobbiamo comunque tenere alta la guardia perché potrebbero solo prendere tempo e votarla questa estate mentre gli italiani sono a mare. Noi chiediamo che la delibera va accantonata e basta”.
Secondo gli attivisti non è un caso che questo ultimo tentativo di mettere il bavaglio alla Rete arrivi dopo le amministrative e il referendum dove Internet ha dimostrato tutta la sua capacità di coinvolgere le persone su questioni che li riguardano direttamente e informare i cittadini ormai stufi del “minzo-giornalismo”. “Il potere ha paura di Internet – conclude Innocenzi – e in tutto il mondo stanno cercando di metterle un bavaglio come quello passato in Spagna o la proposta in discussione in Francia che è già stata apripista a riguardo. Sta ai cittadini difendere questo strumento cruciale per il futuro della democrazia. E, su questo, in Italia stiamo dimostrando tutta la nostra forza e la nostra caparbietà. Di sicuro, non ci fermeremo né ci fermeranno”.
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