
Il 5 per mille nacque nel 2006 come singolo articolo da inserire in Finanziaria. Non è quindi una legge dello Stato, ma un dispositivo che ogni anno viene rimaneggiato. Fino al 2010, lottando e vigilando, le onlus hanno ottenuto il rinnovo e una fedele rispondenza tra somme raccolte e denaro materialmente devoluto.
A luglio il governo aveva cancellato in blocco il dispositivo, salvo reintegrarlo ora ma con un tetto massimo di 100 milioni. Il resto delle cifre devolute a maggio dai contribuenti lo gestirà il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, come meglio crede. E non possiamo fare nulla, non c’è una norma da impugnare, una legge cui far riferimento. Semplicemente dobbiamo subire la decisione: noi associazioni così come i contribuenti.
In pratica saranno le associazioni di volontariato, i centri di ricerca e gli enti no profit (oltre 55 mila quelli accreditati) a procurare denaro allo Stato.
Perché finora gli italiani hanno assegnato circa 400 milioni di euro ogni anno tramite il 5 per mille: stavolta invece i 15 milioni di contribuenti (dato 2008) saranno traditi diventando finanziatori involontari di altre politiche governative. Per chi dovrà spartirsi il poco rimasto, sarà guerra tra poveri.
Per fare un esempio: o tutti i soldi del 2010 andranno ad Airc, Emergency e Medici senza frontiere oppure tutti gli enti dovranno ricevere una cifra decurtata del 75 per cento.
Firmiamo l’appello (http://www.csvnet.it/usr_view.php/ID=5784) per una modifica immediata del provvedimento e rimaniamo aggiornati, informati, interessati. Cerchiamo cioè di essere cittadini che partecipano alla vita sociale e solidale, persone che monitorano l'operato dei dipendenti pubblici, nostri rappresentanti istituzionali.
A luglio il governo aveva cancellato in blocco il dispositivo, salvo reintegrarlo ora ma con un tetto massimo di 100 milioni. Il resto delle cifre devolute a maggio dai contribuenti lo gestirà il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, come meglio crede. E non possiamo fare nulla, non c’è una norma da impugnare, una legge cui far riferimento. Semplicemente dobbiamo subire la decisione: noi associazioni così come i contribuenti.
In pratica saranno le associazioni di volontariato, i centri di ricerca e gli enti no profit (oltre 55 mila quelli accreditati) a procurare denaro allo Stato.
Perché finora gli italiani hanno assegnato circa 400 milioni di euro ogni anno tramite il 5 per mille: stavolta invece i 15 milioni di contribuenti (dato 2008) saranno traditi diventando finanziatori involontari di altre politiche governative. Per chi dovrà spartirsi il poco rimasto, sarà guerra tra poveri.
Per fare un esempio: o tutti i soldi del 2010 andranno ad Airc, Emergency e Medici senza frontiere oppure tutti gli enti dovranno ricevere una cifra decurtata del 75 per cento.
Firmiamo l’appello (http://www.csvnet.it/usr_view.php/ID=5784) per una modifica immediata del provvedimento e rimaniamo aggiornati, informati, interessati. Cerchiamo cioè di essere cittadini che partecipano alla vita sociale e solidale, persone che monitorano l'operato dei dipendenti pubblici, nostri rappresentanti istituzionali.
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