"Poverty in the world is an artificial creation.
It doesn't belong to human civilization." M. Yunus

domenica 8 novembre 2009

Il Movimento sem terra (Mst) è uno dei movimenti di lotta organizzata più grandi in Brasile: raggruppa 370mila famiglie che chiedono la riforma agraria e la ridistribuzione del latifondo brasiliano. ll movimento ha rappresentato gran parte del consenso elettorale di Lula, ma negli ultimi mesi l’idillio tra il presidente sindacalista e la sua base sembra essere finito.

Recentemente, infatti, Lula ha definito “vandaliche” le azioni di protesta che tentano di espropriare le terre in mano ai latifondisti. Il Movimento ha portato la questione davanti all’Organizzazione internazionale del lavoro a Ginevra e ha denunciato la criminalizzazione del movimento da parte del presidente che, secondo l’Mst, vuole spostare l’attenzione dell’opinione pubblica da una delle principali questioni di giustizia in Brasile: la ridistribuzione del latifondo e la riforma agraria.

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“Anche la Banca mondiale ha denunciato la concentrazione delle terre coltivabili nelle mani di pochi in Brasile, dove l’1 per cento della popolazione controlla la gran parte dell’attività agricola del paese. La lobby dell’agrobusiness tiene sotto scacco almeno 250 deputati su 513. Inoltre negli ultimi anni anche il presidente operaio ha dimostrato una certa disponibilità verso le richieste dei latifondisti che hanno coinciso con il desiderio del presidente di fare del Brasile un grande esportatore di etanolo.
“L’occupazione delle terre dei grandi proprietari è un fatto noto”, afferma Beat Tuto Wehrle dell’organizzazione svizzera E-changer, che ha vissuto 22 anni in Brasile, ma negli ultimi tempi il governo e le istituzioni stanno dando segno di insofferenza verso la lotta del movimento dei contadini. “A livello federale e a livello locale, si moltiplicano le accuse e quindici giorni fa il Congresso ha approvato l’istituzione di una commissione d’inchiesta sull’impiego di denaro pubblico da parte dell’Mst”. Gilberto Thums, funzionario del ministero dell’istruzione nello stato del Rio Grande do Sul, ha definito l’Mst come una “guerriglia illegale” e ha dichiarato di voler chiudere le scuole rurali del movimento, il cui valore è stato più volte lodato anche dall’Unicef.

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